A far data dal 1250, gli Statuti Comunali di Bologna documentano l’esistenza di una corporazione dell’Arte dei Brentatori che si occupava del trasporto del vino nelle brente coniche di legno, portate a spalla.
All’epoca, il contrabbando di vino era una frode tra le più comuni, perciò, per regolarizzarne la vendita, i Brentatori erano autorizzati a trasportarlo, ad assaggiarlo e a valutarne il prezzo a seconda della qualità, infine ne riscuotevano le imposte. Furono quindi dei grandi intenditori di vino e, per questo, possiamo definirli come i primi “sommelier” della storia. La loro sede era nel cuore di Bologna, in via dei Dazi, oggi via de’ Pignattari.
In caso di incendio, inoltre, si mettevano a disposizione della città con le loro brente per trasportare l’acqua utile a sedare le fiamme. Il ruolo importante di queste figure nei secoli è testimoniato dalla raffigurazione di un antico Brentatore in uno degli affreschi dell’Abbazia di Pomposa.
Dopo la soppressione delle corporazioni, voluta da Napoleone nel 1800, la Compagnia dell’Arte dei Brentatori ha riannodato il filo delle antiche tradizioni nel 1970, a Bazzano, presso l’Albergo “Alla Rocca”, per merito del suo proprietario Vittorio Rocchi.
Ancora oggi la risorta Compagnia dell’Arte dei Brentatori, partendo dalle sue antiche origini, pone il vino come valore della sua specifica tradizione e come importante elemento culturale, recuperando tradizioni o prodotti particolari nel territorio, regionale e nazionale.
Un momento particolare e suggestivo negli incontri dei Brentatori, chiamati Capitolo, è quello della intronizzazione, ossia dell’ingresso ufficiale nella Compagnia di nuovi Brentatori.
Il Consiglio Maggiore, vestito dei solenni abiti di velluto porpora, realizzati sui disegni secenteschi di Gian Maria Mitelli, accoglie nella Compagnia i nuovi membri con una breve ma particolare cerimonia, durante la quale, quando viene pronunciata la frase “Bevi o vattene” i futuri Brentatori bevono d’un fiato un calice di vino. Superata la prova d’ingresso, vengono riconosciuti Brentatori dal Maestro della Compagnia che li sfiora sulle spalle con un tralcio di vite centenario.
Due le delegazioni (“Trebbi”) aperte all’estero, una storica in Svizzera e una recente in Finlandia, per unire popoli diversi nel nome dei valori di tradizione e cultura legati al vino.
In questi ultimi anni inoltre la Compagnia si è dedicata alla identificazione, segnalazione e valorizzazione degli antichi percorsi collinari lungo i quali i Brentatori trasportavano il vino con lo spirito di coinvolgere sempre più il pubblico negli eventi organizzati.