Costruita a cominciare dal 1346 con convento annesso, la basilica di S. Maria dei Servi (l’ordine dei Servi era sorto in Italia durante la prima metà del Duecento) ha goduto fin dagli inizi di un’efficiente cappella musicale, producendo musicisti ragguardevoli, padri appunto “serviti” e autori di belle musiche sia sacre che profane come per esempio, nel Sei-Settecento, Attilio Ariosti. Nel 1933, celebrandosi il VII centenario dell’ordine, la cappella è rinata dopo un lungo periodo di attività alterna. Alla fine della seconda guerra mondiale, rinascendo la civiltà la cappella fu affidata a padre Giovanni Catena, poi vice-direttore della Cappella Sistina in Roma. Subito dopo, era destino che passasse a padre Pellegrino Santucci (1921-2010), che l’avrebbe retta, potenziata, caratterizzata in sommo grado fino agli ultimi anni di vita.
Nel 2002 la direzione è passata al maestro Lorenzo Bizzarri, che ha mantenuto il messaggio e l’orientamento di padre Santucci continuando a perlustrare il repertorio. Attualmente la cappella consta di un’abbondante cinquantina di elementi, tutti volontari ed estranei a ogni concetto di lavoro e quindi lucro, e di un repertorio in costante ascesa, interessato tanto alla nota coralità classica quanto a musiche rare, poco praticate, di tutti i tempi, dalle origini al copioso catalogo di padre Santucci stesso. Il repertorio comprende fra l’altro Vivaldi, Pergolesi, Bach, Mozart, Rossini, Verdi, Fauré, Santucci. Il fondamento strumentale più idoneo al canto della cappella rimane l’organo: l’organo meccanico della basilica, costruito dalla ditta Tamburini di Crema e affidato all’organista Roberto Cavrini, risale al 1967 e vanta tre tastiere, 60 registri reali e 5.000 canne.
Dal 2013 siede alla presidenza il Piero Mioli, docente e storico della musica che molto ha studiato e scritto sulla tradizione musicale di Bologna. Sempre sostanziale l’operato del priore della basilica, P. Pietro Andriotto.