Dal 2018 l’istituzione non fa più parte della Consulta tra Antiche Istituzioni Bolognesi.
L’Onoranda Confraternita dei Brentadori trae il proprio nome dall’omonima confraternita nata nell’anno 1250, della quale facevano parte i portatori di brenta, un particolare contenitore in legno, utilizzato per il trasporto del vino. Oltre a trasportare il vino, ad assaggiarlo e a valutarne il prezzo a seconda della qualità, riscuotevano le relative imposte doganali.
Per contrastare il contrabbando del vino, che era una frode tra le più comuni fino al XV secolo, i Brentadori si riunirono in una corporazione autorizzata.
La Confraternita venne legalmente riconosciuta nel 1407 e lo Statuto fu approvato nel 1410.
La sede (Trebbo n.1 di S. Petronio), era gestita con un severo controllo da parte delle autorità cittadine, ed era ubicata nel cuore della vecchia e storica Bologna medievale, in via dei Dazi, oggi via de’ Pignattari.
All’epoca la città di Bologna contava 18 Trebbi, ossia luoghi di raduno dei Brentadori.
In caso di incendio in città, i Brentadori avevano l’obbligo, al segnale dato dalla campana posta sulla torre degli Asinelli, ad accorrere mettendosi a disposizione con le brente per portare acqua, diventando di fatto i primi vigili del fuoco.
La Confraternita venne soppressa unitamente a molte altre nel 1800 dalla Repubblica Cisalpina.
La Confraternita è stata ripristinata a Bologna da un gruppo di Bolognesi in nome della cultura e della tradizione, ed è con questo spirito che la Confraternita organizza capitoli e incontri annuali legati alla cultura enologica del territorio, risaltando così i valori della Confraternita.